Riviste Vintage

E da molto che ho cominciato a preservare la mia collezione di vecchie riviste, inerenti il miei hobby (elettronica ed informatica).
Lo faccio principalmente per una questione di spazio, poi di praticità (è più facile ricercare argomenti), infine perché le riviste, se non conservate bene, rischiano di deteriorarsi irrimediabilmente (umidità e insetti sono i principali pericoli).

Così nel tempo la mia collezione digitale è cresciuta occupando diversi Terabyte di spazio. I social media (Facebook tra i primi) mi hanno portato a conoscere altri “collezionisti digitali” come me e, tra noi, è nato uno scambio di copie, spesso utile per completare le proprie raccolte.

Con questo spirito (semplice condivisione) ho iniziato a mettere in linea una paginetta senza pretese, che potete trovare qui.
La preghiera è che ne facciate buon uso (e non abuso), soprattutto non linkate direttamente le riviste, ma sempre la pagina indicata o il sito. Se i download dovessero essere troppo elevati per la mia banda limitata, mi vedrò costretto ad interrompere la condivisione.

Buona lettura!

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RCretrocomputer N.0 settembre 2021

Oggi è stata pubblicata questa rivista virtuale (nel senso che non la troverete in edicola) alla quale ho partecipato con qualche articolo.
L’idea era di celebrare i 40 anni della prima uscita di una rivista di informatica molto famosa negli anni 80 e 90: MCmicrocomputer, la più diffusa ed anche la più competente dell’epoca.

La copertina del numero zero di RCretrocomputer

Per me, che ne sono diventato subito un affezionato lettore, fino all’ultimo numero (uscito  a maggio 2001), è stata una grande emozione ed un onore conoscere il direttore (Marco Marinacci) e suggerire, insieme ad altri “compagni di viaggio” l’idea di fare questo numero.
E’ stato un lavoro un po’ faticoso, ma divertente, l’abbiamo portato avanti a distanza, ma in gruppo, coordinati magistralmente da un vero professionista, appunto il direttore originale. Si è cercato di riprendere lo stile che ha reso famosa questa pubblicazione e riprodurre (e speriamo di esserci riusciti) il “look & feel” di quell’epoca.
Per l’occasione è stato creato un apposito gruppo FB e un sito, la rivista è disponibile in PDF o visionabile comodamente “on-line” attraverso ISSUU.

E’ stata un’esperienza che ci ha permesso di rivivere l’atmosfera di quei tempi, quando il principale canale di informazione in ambito informatico erano appunto le riviste di settore. Internet muoveva i primi passi e non c’erano quindi motori di ricerca su cui fare domande. Potevi scrivere ad una rivista con il tuo quesito e magari, se eri fortunato veder pubblicata la tua lettera ed una risposta. Più facilmente, leggevi, leggevi e poi ancora leggevi, qualunque cosa ti capitasse fra le mani e che riguardava la tua passione.
Bene, le pagine di MCmicrocomputer, sono state per me più di un libro di testo, di un professore, di un corso di laurea. Su di esse ho appreso nozioni fondamentali (che ho speso fruttuosamente in campo professionale) che difficilmente avrei potuto trovare altrove,  con un linguaggio semplice, un taglio pratico: come un fratello maggiore che ti spiega qualcosa e ti insegna oltre al necessario, qualche trucco del mestiere che ti sarà più utile che mai.

Insomma questo numero vuole ricordare a chi l’ha vissuto quel periodo e “trasmettere” per quanto possibile, un po’ dell’atmosfera a chi quegli anni non li ha potuti vivere, semplicemente perché… è più giovane e non c’era.
Buona lettura!

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Un clone dell’Opus Discovery per ZX Spectrum – parte 2

Nella prima puntata vi ho raccontato della periferica Opus Discovery 1: la sua storia, le caratteristiche, la genesi del progetto clone e dei miglioramenti che presenta. Questa volta, vi racconterò come realizzarlo e risolvere alcuni problemi nella sua costruzione.

Una precisazione.
Nella precedente parte non ho menzionato la compatibilità di questo clone con le differenti serie dello Spectrum che si sono avvicendate negli anni. Quando uscì nel 1985 esistevano solo i modelli 16/48K (gommosi) e il 48+, sostanzialmente uguali perchè condividevano (pur nelle diverse issue) lo stesso hardware e soprattutto la stessa ROM. Nello stesso anno viene annunciato lo Spectrum 128K, che sarà commercializzato all’inizio in Spagna (dalla Investronica) e poi portato in tutta Europa. La Opus è costretta a rilasciare una versione della ROM (e quindi del suo sistema operativo) aggiornata e compatibile con questa nuova unità: nasce la versione 2.2 seguita a brevissimo da una 2.22 (cambia il solo parametro dello step rate da 12 a 6). La successiva versione 2.31 QuickDos non è ufficiale ma opera di un appassionato olandese Victor Vogelpoel.

La compatibilità con i modelli 128K grigio (primo della serie Amstrad), 128K +2A e B e +3 non è garantita (anzi non dovrebbero proprio funzionare).
E adesso torniamo al nostro montaggio!

I componenti necessari per la realizzazione

Il montaggio
Il circuito stampato realizzato da Maryjan, accoglie comodamente tutti i componenti necessari alla realizzazione. Rimane solo da collegare il floppy drive (che preleva anche l’alimentazione dalla scheda) e l’alimentazione esterna (che utilizza il trasformatore originale dello Spectrum).
Per chi ha una buona manualità e pratica nei montaggi elettronici, non presenta particolari difficoltà. Può essere portato a termine in un paio d’ore di lavoro.
È ovviamente necessaria una attrezzatura minima: un buon saldatore con la punta sottile da 30-40W, del buon filo in lega di stagno da circa 1mm di diametro, un tronchesino, delle pinzette, qualche molletta da bucato, da utilizzare per mantenere il circuito stampato sollevato durante la saldatura di componenti di un certo spessore o, al suo posto, un telaietto porta pcb.
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Un clone dell’Opus Discovery per ZX Spectrum – parte 1

I computer Sinclair, per molti (ragazzi e non), nei primi anni ’80, hanno rappresentato il primo contatto con l’emergente settore degli home computer e le discipline informatiche. Tralasciando le calcolatrici programmabili, e i primi computer ZX80 e ZX81, il genio del baronetto Clive Sinclair tirò fuori, a seguire, il suo maggior successo: lo ZX Spectrum.
Venduto in milioni di esemplari aveva tanti pregi ed altrettanti difetti 🙂 .

Un’Opus Discovery 1 collegato ad uno ZX Spectrum 48K. – fonte Wikipedia

Tra i sui pregi, sicuramente, il prezzo allettante, la completezza del Basic, la sua larghissima diffusione. Uno dei maggiori difetti, senza dubbio, la mancanza di una periferica di memorizzazione di massa differente dal semplice nastro magnetico.
A dire il vero, Sir Clive aveva previsto fin dalla presentazione che lo Spectrum avesse degli innovativi Microdrive (minuscoli “dischetti” che in realtà si rivelarono nient’altro che nastrini magnetici senza fine) dalla capacità di 100K (ridicoli con i metri di paragone di oggi, ma più che sufficienti a quei tempi). Ma la tecnologia sebbene raffinata non si dimostrò altrettanto affidabile (anche se a distanza di anni riesco ancora a rileggere diversi cartdrige).

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Vintage Computer Festival Italia 2019

Appuntamento a Roma, sabato 27 e domenica 28 aprile, all’ex Cartiera Latina – Parco dell’Appia Antica.(Via Appia Antica 42), per il Vintage Computer Festival Italia 2019, la più completa manifestazione sulla storia del personal computer, l’innovazione tecnologica che ha maggiormente cambiato la nostra vita, rivoluzionando il lavoro, la scuola e la quotidianità di milioni di persone in tutto il mondo.

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